La Vita

"… il colore è una emozione che personifica un sentimento…"
Kandinsky

Umberto Zanetti è nato a Bologna il 4 maggio 1930. Pittore autodidatta, discende da una famiglia di artisti: il nonno materno Pietro Rocchi, pittore e incisore, è stato docente all'Istituto Statale d'Arte di Parma; anche gli zii materni sono stati pittori e decoratori. Ma furono l'amore per la natura ed in particolare la passione per i minerali, più che lo stimolo a continuare una tradizione famigliare, a spingerlo progressivamente verso l'arte. Sin da bambino ricercava minerali e fossili nelle cave del Quaternario Bolognese, quindi via via "scopriva" la vallata del Santerno, la Toscana, i monti Lessini nell'alto Veronese e, contemporaneamente, si dedicava persino allo studio della mineralogia e della paleontologia.
Spesso all'estero per motivi di lavoro, in occasione di ogni viaggio continuò la sua ricerca di fossili e minerali in ogni parte del mondo; cercando di conciliare dovere e piacere (ma più che di piacere si può parlare di un'esigenza interiore), intrecciò contatti in vari paesi con studiosi e appassionati di scienze naturali. Tangibile testimonianza è la ricca collezione di reperti che ha in casa, un piccolo museo ove pesci fossili si alternano ad ammoniti, quarzi rari e lapislazzuli di ogni forma e dimensione.
In questo modo Zanetti scoprì la sua vera identità di Pittore estraneo a correnti e tendenze, creando i colori dalle pietre naturali e incidendo la pietra e il legno. Le sue prime esperienze in rassegne collettive, in Italia e all'estero, risalgono al 1958; da allora è stata una continua escalation di partecipazioni a Mostre in ogni parte del mondo.

Il vetro
Il fascino del vetro ha ispirato letterati e poeti.
Fragile e forte. "il vetro racchiude la levità di una materia amica della luce, estranea, come sospesa fra realtà e fantasia".
Nasce il desiderio di misurarsi con questo elemento freddo e cristallino, di impreziosirlo, trasferendo sulla sua superficie colori e segni, che il fuoco renderà inscalfibili ed eterni come la materia che li incorpora.
La pittura ha qualcosa in comune col pensiero, col sogno, con la poesia. L'arte è una similitudine della creazione, essa è sempre un esempio come il terrestre è un esempio cosmico. Come sorgente di "Luce Colore" la vetrata policroma, rappresenta uno dei più efficaci linguaggi dell'arte, soprattutto per la Sua capacità di comunicare a tutti e all'istante, il proprio limpido messaggio.

Il misterioso senso della natuta nella magia cromatica di Zanetti
… ogni opera d'arte è figlia del suo tempo. Affondi pure la sua fantasia e la sua speculazione nel pliocene o nel paleozoico o in altre ere geologiche: le soluzioni stilistiche che Umberto Zanetti va configurando con felice intuizione e singolare talento avranno sempre il respiro dell'attualità. Esplori pure con immaginazione e scienza le forme embrionali che i fossili ci restituiscono a distanza di milioni di anni; riproponga pure ammoniti, diatomee e altri emblematici molluschi e conchiglie o microscopiche alghe unicellulari: con un fulmineo balzo del pensiero i suoi archetipi sono destinati a prender vita, stile o poesia nel moderno linguaggio dell'arte. I suoi elaborati pittura su tela o su tavola, pannelli, vetrate, incisioni, mosaici o che altro sia non vanno intesi nella loro comune accezione. C'è in essi qualcosa di più. C'è una componente nuova. Sembrano opere astratte ma in un certo senso non lo sono. Anche se la figurazione umana non appare, la presenza dell'uomo viene ugualmente percepita attraverso valori che la trascendono. L'uomo è presente perché viene a trovarsi ricongiunto a quell'essere unitario e misterioso rappresentato cosmicamente come natura. Le sue figurazioni geometrico-decorative veleggiano liberamente nel campo sterminato della fantasia e della conoscenza. Dai fossili, che studia e raccoglie, alle vetrate islamiche; dalle pseudo astrazioni trasognate nel suo lungo peregrinare sulle strade del mondo, al simbolismi di certi movimenti pittorici che ritrovano nel proprio contesto anche equivalenze musicali, sempre e dovunque affiora nell'opera di Zanetti il senso arcano della natura, talvolta coinvolto da un inatteso sentimento della maternità. Siano infatti spontanee germinazioni di sperduti graffoliti, oppure i nobili uccelli Quetzal simboli della vita, o altre forme vitali, la continuità della specie trova una traccia costante a conferma della perennità della vita.
Se le istanze di maggior momento sono concentrate nell'indagine fantastica del mondo primevo, sospinto da impulsi lirico-espressivi Zanetti ripercorre con pari resa pittorica e formale ogni altra avventura del suo universo poetico. Il colore resta l'emozione più profonda. In perfetto accordo con Kandisky, per lui il colore è la personificazione di un sentimento, e i tubetti di colore sono come essere umani, di grande ricchezza interiore, ma dall'aspetto dimesso, che improvvisamente, in caso di necessità, rivelano e attivano le loro forze segrete. L'originalità dell'opera di Umberto Zanetti è riposta in quel suo condurre la pittura in una regione nuova,dove, tra echi di età remote e tracce di presentimenti, scopre un'archeologia del presente raccontata in forme preziose e colori stupendi. Lo splendore finisce per travalicare le idee e porsi come tensione e luminosa energia di una nuova figurazione.